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Itinerari moto: Agore di Acquasanta terme (AP)

“Le montagne degli Indiani”.

I monti degli indiani, così li ho chiamati fin da piccolo, queste montagne della zona di Acquasanta che si snodano sulla sinistra del fiume Tronto. Montagne dall'aspetto curioso, piene di grotte e buchi, scavate e levigate dall'azione costante di acqua a vento.

Per raggiungere questa zona, percorriamo la vecchia strada Salaria SS4 in direzione Roma, lasciandoci alle spalle Ascoli Piceno. All’altezza di Ponte d’Arli ci fermiamo ad ammirare il vecchio e maestoso ponte romano, e la mente viaggia a quei tempi, e a quelle persone, che utilizzando solo ingegno, braccia e animali riuscirono a costruire opere monumentali che sono sopravvissute fino ad oggi.

Proseguendo qualche kilometro arriviamo a Centrale, zona famosa per la lavorazione del travertino dove prendiamo la deviazione a destra per la centrale idroelettrica e le frazioni di Tallacano e Venamartello.

Arrivati alla diga della centrale la strada inizia a salire e diviene stretta, accidentata e ricca di curve, alcune davvero strette e contorte… nulla di meglio per le nostre enduro!

Il ritmo di guida sale al pari della pendenza, fino a quando incontriamo un piccolo nucleo di case sulla destra dove c’è un cartello, per lo più corroso dalla ruggine e sbiadito che indica Agore. Proseguiamo per circa 300 metri fino a dei blocchi di cemento che interrompono la strada. Da qui in poi la strada è ad una corsia, molto stretta, accidentata e con parecchi punti dove l’erosione sta mangiando la stessa.

Il paesaggio è straordinario, potrebbe sembrare quello di qualche zona interna del nord America! Al di sotto della strada lo strapiombo sulla destra ci ricorda di essere molto prudenti alla guida ed è bello gustarsi la natura intorno mentre la moto si arrampica su questa strada sterrata in mezzo a macchie di castagni e zone rocciose. Dopo qualche kilometro arriviamo alla sella, qui ci sgranchiamo le gambe e facciamo le solite foto di rito per portarci a casa un ricordo. La strada serpeggiando sale ancora fino ad attraversare il paese fantasma di Rocchetta, costruito a ridosso della parete rocciosa, dove quasi tutte le case sfruttano anfratti naturali e caverne, così da avere gia tre mura fatte…

Il paese è disabitato dal secondo dopoguerra, e fa sempre uno strano effetto attraversarlo, anche se la veduta che si gode merita una sosta. Ripartiamo e sulla strada incontriamo una piccola chiesetta e un piccolo cimitero, circondati da castagni secolari, vero sostentamento per la gente di un tempo, oggi minacciati da un insetto asiatico.

Il fondo è sempre più dissestato ma giungiamo comunque alla meta del nostro viaggio, Agore.

Uno sparuto gruppo di case, dove constatiamo la presenza di una vecchietta seduta al sole con le spalle poggiate al muro. Sembra una statua, ha il volto segnato da rughe profonde ed un fazzoletto in testa, ci fa un cenno e abbozza un sorriso… come si fa a vivere qui è il nostro pensiero…

Accendo la moto,  punto verso valle e trovo la risposta guardandomi intorno…

 

 

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